Percentuale di vaccinati in Italia

La campagna vaccinale ormai procede in maniera spedita e le percentuali di vaccinati in Italia, fortunatamente, continuano a crescere esponenzialmente. È l’Istat a confermarlo, con i suoi costanti monitoraggi. Secondo i dati rilasciati e confermati dal Governo, al 21 di ottobre, la fetta di torta di un diagramma immaginario, pare abbia raggiunto l’85,8%. Questi dati fanno ben sperare, poiché dimostrano che il trend ha raggiunto ogni fascia d’età della popolazione vaccinabile. Ma cosa significa esattamente questa percentuale? Una percentuale in linea di massima identifica la relazione tra due grandezze.

Nel nostro caso esprime la relazione delle persone vaccinate rispetto all’intera popolazione italiana in età da vaccino (questa è identificata da tutta la popolazione di entrambi i sessi con età superiore a 12 anni). Dire che l’85,8% della popolazione è vaccinata significa che ogni 100 persone circa 89 sono vaccinate e le rimanenti 11 no. Se applichiamo tale percentuale ai 54 milioni di cittadini in età vaccinale otteniamo il numero assoluti di italiani vaccinati. Utilizzando il calcolatore percentuale del sito calcolopercentuale.it sappiamo, quindi, che circa 46 milioni di cittadino si sono vaccinati.

L’Italia, con i suoi 54 milioni di abitanti potenziali per la campagna vaccinale, può definirsi davvero coperta?

La risposta non è semplice. Infatti, sapere che circa 46 milioni di italiani si non vaccinati non garantisce la vittoria sulla pandemia. In questi 46 milioni ci sono tutti i cittadini che hanno ricevuto una sola dose ma anche quelli che hanno ricevuto la seconda o la terza (come nel caso dei soggetti molto fragili).

La coperta corta dell’Italia e il green pass: tra tutele e polemiche

Il cosiddetto green pass, inoltre, ha colpito profondamente molti tra i più scettici che, pur di non mettere in gioco il rischio di perdere il lavoro, sono corsi ai ripari.

Le prime pagine dei maggiori quotidiani italiani, infatti, mostrano code chilometriche negli hub vaccinali, che decollano in tutte le regioni italiane. L’obiettivo è uno e comune: immunizzarsi per poter tornare a vivere o, almeno, cercare uno spiraglio di normalità.

Il green pass, infatti, dal quindici di ottobre è diventato obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro, ed ogni dipendente, che sia pubblico, privato o con partita IVA, dovrà possederlo ed esibirlo all’autorità preposta al controllo, fino al 31 dicembre 2021, corrispondente con la fine dello stato di emergenza.
La crescita delle percentuali di vaccinati in Italia, comunque, aveva già visto un primo picco di incremento a metà settembre, in concomitanza con il primo sentore di obbligatorietà del certificato vaccinale sui luoghi di lavoro. Sempre le statistiche hanno confermato che solo in quel lasso di tempo, le prime dosi avevano raggiunto quasi il 50%, creando una sorta di corsa all’oro.

L’Italia, quindi, si appresta a raggiungere le percentuali target di vaccinati. Un problema, però, pare non essere ancora stato debellato, nonostante l’introduzione del Green Pass.

Quello che maggiormente preoccupa gli esperti del settore medico è la durata della copertura vaccinale. L’Istituto Superiore di Sanità ha constatato come l’effettiva efficacia del siero, in questa prima battuta, sia di appena qualche mese. Sufficiente per permettere all’Italia di non incappare in una nuova ondata epidemica a breve termine ma per nulla risolutiva sul lungo periodo. Le fasce di popolazione maggiormente a rischio hanno già intrapreso il terzo ciclo vaccinale, mentre la frangia degli irriducibili no vax si assottiglia sempre più. La coperta è corta, ma le resistenze dei più restii al vaccino stanno cedendo.

Chi sono e quanti sono i No Vax, gli italiani che non si sono ancora sottoposti al vaccino

I dati rilasciati alla fine dell’estate hanno evidenziato gli otto milioni di cittadini che non avevano ancora ottenuto la prima dose, e, nonostante tutto, ancora oggi è in ombra quale sia il reale numero di persone che non hanno ricevuto il vaccino poiché muniti di una esenzione.

Questo si associa alla decisione del governo di iniziare ad allargare la capienza in alcuni locali, come teatri, cinema, musei e concerti.

Probabilmente, si registrerà un ulteriore picco, poiché ci sono i bambini, unica categoria a non essere ancora stata sottoposta alle campagne di vaccinazione. Questi saranno costretti a vaccinarsi contro l’influenza stagionale, così da attenuare l’impatto negativo dato dalla circolazione del virus. Questo fa capire quanto ancora sia tanta la paura e il rischio di un aumento di contagi e morti, soprattutto nei Paesi europei che non hanno ancora raggiunto la percentuale di vaccinati.

Ormai, quindi in Italia è stata appurata l’efficacia del vaccino contro il Covid-19 e la sua diffusione. L’Istituto Superiore della Sanitá, intanto, procede nella pubblicazione settimanale dei dati relativi alle diagnosi e alle ospedalizzazioni, evidenziando quanto l’aumento della percentuale di vaccinati in Italia stia ottenendo un riscontro positivo.

La proporzione è semplice e basta porre l’attenzione sul rapporto tra persone non vaccinate, quelle vaccinate parzialmente e totalmente vaccinate ogni 100.000 persone per valutare l’efficacia.
Sempre l’istituto della Sanità, ha riportato quanto questo trend positivo stia riducendo le casistiche legate all’infezione da coronavirus.
Resta il fatto che i dati sono ancora passibili di modifiche, dato che in Italia, chi non intende vaccinarsi ma ha necessità del Green Pass, deve sottoporsi ad un numero di tamponi decisamente maggiore rispetto ai vaccinati.

Come stanno le altre nazioni del mondo in relazione ai vaccini?

Tra le nazioni che sono riuscire ad avere una copertura vaccinale quasi totale, Israele e Gran Bretagna sono i casi maggiormente degni di nota. Lo Stato mediterraneo è stato il primo a raggiungere un numero soddisfacente di immunizzati e da allora non si è più sentito parlare di particolari ondate. In Gran Bretagna, invece, le restrizioni imposte dal Covid-19 sono state completamente annullate qualche mese fa. Nonostante le vaccinazioni, ciò ha contribuito a innalzare la curva dei contagi. L’Italia, nel mondo e nell’UE, rappresenta uno degli esempi più virtuosi da seguire, al contrario di Stati Uniti, Russia e Brasile, dove la situazione è decisamente drammatica.

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